In questi giorni concitati in cui cinque consiglieri della Regione Abruzzo hanno tentato di cancellare, di fatto, la Riserva Naturale del Borsacchio si sentono dire cose assurde, raccontate forse volutamente in maniera errata, in merito alle vicende che portarono nel 2005 alla istituzione della Riserva.
Tra le tante "fake" quelle che più tengono banco sono quelle legate alla superficie e alla originaria perimetrazione della Riserva. Bisogna fare allora un pò di chiarezza.
La prima falsità, ormai da più parti già chiarita, è quella della ESTENSIONE della Riserva.
Semplicemente per un errore di battitura sul Bollettino Ufficiale della Regione Abruzzo (B.U.R.A. straordinario n.3 del 25.02.2005) fu copiata la cifra 110 ettari invece di 1100 come era scritto nella proposta di legge. La mappa contenuta nella legge, però non consentiva di equivocare per l'estensione della Riserva.
Non poteva essera altrimenti.
Questa perimetrazione, infatti, era stata attentamente studiata a partire dalla metà degli anni '90, quando all'Università degli Studi di Roma "La Sapienza” nel Dipartimento di Urbanistica della Facoltà di Architettura, nel Corso di Perfezionamento in "Progettazione Paesistica ed ambientale", si iniziò a studiare quest'area a fini didattici, avendola individuata come una delle aree più significative per l'incontrollato sviluppo dell'edificato costiero che si stava sviluppando nel medio Adriatico.
Quella del Borsacchio era individuata come una delle aree più interessanti per essere ancora compltamente sgombera di edifici dalla battigia, per l'intera prima quointa collinare, fino all'abitato alto, nucleo storico di Cologna. Caratterizzato dalla vallata del Torrente Borsacchio e in prossimità del Fiume Tordino che ne costituisce la maggiore fonte d alimentazione delle sabbie costiere.
Nel corso del 1996 e 1997 un gruppo di esperti, architetti, storici, ingegneri, naturalisti, geologi, biologi, botanici e zoologi, approfondirono la possibilità di usare lo strumento dell'area protetta per garantire una conservazione di quell'area per le generazioni future. Rispetto alla normativa esistente, Legge quadro aree protette del 6 dicembre 1991, n.394 e la Legge di recepimento regionale, appena promulgata, Legge Regione Abruzzo il 21 giugno 1996, n.38, fu studiata ancor più approfonditamente l'aera e individuato il miglior perimetro possibile come Riserva naturale guidata, che in forza dell'art.19 è costituita "per la conservazione e la ricostituzione di ambienti naturali nei quali è consentita una razionale attività agricola, pascoliva ed una selvicoltura con criteri di sfruttamento naturalistici, nonchè forme di turismo escursionistico".
Tale lavoro fu presentato negli anni successivi prima a Giulianova in un incontro ristretto e poi a Roseto degli Abruzzi in un partecipato convegno pubblico al Palazzo del Mare organizzato dal Comune e dalla Provincia di Teramo che in quegli anni sviluppava il progetto del "Corridoio Verde Adriatico". In quegli anni era forte il dibattito sulla richiesta avanzata dalla Società BluSerena di costruire un Villaggio Turistico sui terreni liberi dellaRiserva del Borsacchio. Inevitabilmente, quindi, gli stud in corso all'Università di Roma divennero importanti per poter valutare la compatibilità ambientale di un intervento del genere.
Il 7 luglio 2004, il capogruppo regionale di Rifondazione Comunista, Angelo Orlando, presentò una proposta di legge per “l’Istituzione della Riserva naturale Borsacchio”, una relazione resa possibile, pur se semplificata ed arrichita in molte parti, da quegli studi ma, soprattutto, prese come mappa definitiva per il confine della Riserva proprio quella elaborata dal gruppo di lavoro dell'Università di Roma che poi f upubblicata, così come allegata alla proposta che divenne un emendamneto della legge finaziaria del 2005, sul Bollettino Ufficiale della Regione Abruzzo del 25 febbraio 2005: la legge che istituì la Riserva naturale regionale Guidata del Borsacchio.
L'emendamento che divenne poi l'art.69 della legge Regione Abruzzo 8 febbraio 2005, istitutiva della Riserva, fu approvata all'unanimità da tutti i consiglieri regionali, sia di maggioranza e di opposizione.